Chon ha dodici anni e si chiama così perché suo padre da giovane ha lavorato a Shangai e si è innamorato di questo nome, ma il bambino ha anche un’altra particolarità: un udito fuori dal comune.
In realtà, la sua è una patologia chiamata iperacusia che gli fa sentire anche i bisbigli a decine di metri di distanza. Chon ascolta tutto, anche quello che non vuole, e i rumori che per gli altri possono essere tollerabili a lui scatenano forti mal di testa e uno stato di insofferenza che lo fa isolare quasi sempre da tutti.
Questa caratteristica lo aiuta a sentire i passi dei malviventi che arrivano una sera a sorpresa nell’appartamento dove vive con la sua famiglia, e a farlo mettere al riparo sotto il divano letto. Gli assassini compiono una strage e Chon, unico sopravvissuto, aiuta gli investigatori a incastrare i colpevoli solo avendone ascoltato la voce.
Assicurati i malviventi alla giustizia per Chon, rimasto solo al mondo, si prospettano l’orfanotrofio o una casa famiglia. Il ragazzino, sconvolto da questa decisione sulla sua vita, scappa dagli agenti che lo scortavano e trascorre sessantatré giorni nelle gallerie della metropolitana di Milano senza mai uscire; è qui che incontra Lara, sua coetanea e bambina che, con la sua personalità e la sua particolarità, gli cambierà l’esistenza.
Trascorrono quattordici anni e Chon ora lavora come operaio saldatore in due cantieri che realizzeranno grattacieli di lusso a Milano. Sulla vetta di questi palazzi il finissimo e strabiliante udito di Chon capta e sente tutto il rumore della città, un suono fatto di vite differenti l’una dall’altra, di storie parallele e che si intersecano, di buoni sentimenti e di malvagità.
A quasi zero gradi centigradi sulla sommità dei grattacieli, il suono raggiunge 331 metri al secondo e Chon ne è il destinatario assoluto. Una dote che lo ha fatto diventare anche l’informatore de Il Fermo, l’agente che aveva investigato sulla morte dei suoi genitori e che ora è vicecomandante del Nucleo investigativo dei carabinieri.
La voce di Milano, con i suoi rumori e i suoi suoni, passa dalle orecchie di Chon ma nessuno sa che il bambino, ora diventato uomo, ha uno scopo e un progetto ben precisi nella vita e che sta solo attendendo il momento più giusto per agire e riscattarsi di una esistenza di emarginazione e dolore.
Rosanna Rubino nelle pagine di questo particolarissimo giallo urbano è come se dicesse ai lettori: abbandonate tutto quello che sapete fino a oggi di Milano e seguitemi in una città talmente inedita da sembrare fumettistica, tra cantieri da metropoli del terzo millennio e periferie desolate, viste su aree lontane e tute da operai.
A tutto questo non poteva che affiancarsi un linguaggio contemporaneo asciutto, essenziale, ricco di riferimenti alla vita quotidiana, con dialoghi a tratti surreali ma sempre indovinati e di grande fascinazione. Un libro davvero bello che non mancherà di conquistare lettori di differenti generazioni.