Chon ha 12 anni e un nome cinese benché sia italianissimo, di Milano. Gira con un cappello sempre calato sul capo. Ama i ragni perché sono silenziosi e ha la passione dei fumetti, di Tex Willer in particolare. Una malattia congenita, una forma acuta d’iperacusia, gli ha regalato una dote da supereroe: un udito da pipistrello che gli permette di sentire i bisbigli fino a 30 metri di distanza. Un dono che è anche una maledizione, se hai la sfortuna di crescere in una città caotica dove il rumore fa da colonna sonora alle tue azioni. Dall’alba a dopo il tramonto. Così Chon, appena riesce, si nasconde. E’ un ragazzino schivo e solitario, e come molti supereroi può essere facilmente scambiato per un nerd da chi non lo conosce bene. Ma tutto in lui e nel suo destino è straordinario, a partire dalla tragedia che gli sconvolge l’esistenza: l’omicidio dei genitori mentre consumano un brodino alla tavola apparecchiata per il pranzo di Natale e lui è acquattato sotto il divano del soggiorno.
Succede alla quindicesima delle 346 pagine di “331 metri al secondo” (331 metri al secondo è la velocità del suono a zero gradi centigradi), il terzo romanzo di Rosanna Rubino, scrittrice e architetta napoletana trapiantata a Milano, affascinata dal mondo dei ragazzi introversi e “speciali”, come aveva mostrato anche nel suo primo libro “Tony Tormenta” (Fanucci Editore). Ma quella di Chon non è solo una storia di formazione. E’ un thriller scatenato in cui entrano in gioco spacciatori assassini, bande di criminali cinesi, loschi affaristi e tutori dell’ordine corrotti. Sullo sfondo, una Milano stralunata e lontana dai cliché, dove si mescolano gli anfratti bui delle gallerie della metropolitana e grattacieli dai nomi poetici (Torre Vento e Torre Ghiaccio), i cui costruttori però rispondono a logiche molto più prosaiche.
C’è l’amicizia e c’è l’amore in questo romanzo scritto con stile asciutto e montaggio sincopato, che strizza l’occhio al cinema. L’amicizia di Chon, diventato adulto, per Caesar, il custode peruviano del cantiere in cui lavora, l’unico ad accettarlo per quello che è, pur senza poterlo comprendere. E l’amore per Lara, l’eterea ragazza dalla gonna di tulle, con le labbra che sanno di Big Babol e la voce morbida come zucchero. Ci sono sparatorie, valigette di soldi sporchi che cambiano vorticosamente di mano, e un’esplosione. E soprattutto c’è lui, Chon Cimmino, col suo fare malinconico e disincantato. Come tutti i supereroi che si travestono da emarginati, anche lui sarà costretto a scegliere tra vendetta e perdono. “Sapevi fin dall’inizio che sarebbe finita così”, gli dice Lara nel bel mezzo della scena finale. Ma il lettore no, non lo sapeva.
Rosa Teruzzi